Il disturbo da attacchi di panico

Pubblicato il 11-01-2020 da Michela Bertarelli

L'attacco di panico è uno stato d'ansia molto forte che si manifesta con un’improvvisa ed intensa paura in assenza di un reale pericolo. Questo senso di malessere si può presentare con sintomi fisici (giramento di testa, aumento del battito cardiaco..) o cognitivi (timore di morire, di perdere il controllo..). Si parla di disturbo da attacchi di panico quando la persona soffre di frequenti attacchi di panico che condizionano negativamente la sua quotidianità.

Circa 10 milioni di italiani hanno vissuto almeno una volta nella loro vita l’esperienza di un attacco di panico e 2 milioni di persone hanno sviluppato un disturbo da attacco di panico, che in casi estremi si è trasformato in agorafobia; a soffrirne di più sono le donne.

Ci tengo a precisare che non è l’ansia stessa un problema, questa infatti ha una funzione adattiva che ha permesso all’essere umano di sopravvivere e di evolversi nel tempo; è l'eccesso di questo stato emotivo che può diventare invalidante.

L'amigdala è una struttura cerebrale posta in entrambi gli emisferi del nostro cervello e partecipa all'elaborazione di stati emozionali, aiuta l'individuo a comprendere ed immagazzinare i pericoli, favorendone il ricordo e preparando l'organismo ad una risposta efficace. Se l’amigdala viene costantemente attivata da stimoli interni o esterni diventa ipersensibile e a lungo andare potrà agire anche quando non necessario, causando in alcuni casi disturbi psicosomatici, tra cui l'attacco di panico.

Le persone nel tentativo di non provare il malessere dell'attacco di panico possono attuare strategie inefficaci, come l'evitamento di situazioni, luoghi, eventi sociali; la fuga dal luogo o dalla situazione in cui si ha avuto l'attacco di panico; la richiesta di aiuto a persone con la quale si ha un rapporto di dipendenza; il tentativo costante di controllare le proprie reazioni psicofisiche e così via.

Questi tentativi in un primo momento danno un senso di sollievo e di rassicurazione, ma allo stesso tempo rinforzano la paura dell’attacco di panico, generando quella che normalmente viene denominata: “La paura della paura”.

Per evitare un effetto domino nelle aree di vita personali, è fondamentale intervenire il prima possibile attraverso un percorso che porti la persona a riconoscere e a gestire gli attacchi di panico.

La terapia cognitivo comportamentale utilizza protocolli evidence based e strumenti di validità scientifica per diverse problematiche che tengono in considerazione il temperamento e la storia di vita della persona. I trattamenti cognitivo comportamentali dei disturbi d’ansia hanno un’efficacia molto alta in tutto il mondo, in quanto ripetibili e misurabili.

Le tecniche saranno applicate ed apprese in un primo momento in studio con lo psicologo, poi verranno utilizzate in autonomia a casa e in altri contesti dal paziente. Questo passaggio è fondamentale affinchè non si instauri un rapporto di dipendenza dal terapeuta, ma si raggiunga in tempi ridotti l’autonomia nella loro gestione.

L’obiettivo delle consulenze psicologiche è quello di trasmettere nuove competenze e nuove abilità che permettano di gestire diversamente le situazioni stressanti e di raggiungere la serenità desiderata.

Riferimenti Bibliografici: